Una domenica da dimenticare?
E’ importante per me dare un giudizio su quanto accade in questo nostro “piccolo” villaggio.
Soprattutto quando i protagonisti sono i nostri giovani, i nostri figli. Ma ancor più incomprensibile è che padri e madri di famiglia, smettano di educare e diventino essi stessi istigatori e untori di violenza.
Probabilmente, il periodo che stiamo attraversando non è tranquillo. Siamo attraversati da una profonda crisi, che prima di essere economica è soprattutto morale. Per me la vera emergenza è proprio quella educativa.
Mancano i padri, mancano i maestri e i riferimenti da emulare sono dei falsari senza scrupoli che assoggettano le nuove generazioni al proprio potere.
Non siamo un’isola felice e quello che sta accadendo
a Collepasso è lo specchio di quanto sta accadendo in tutto il paese e nel mondo, ma questo non può essere il pretesto per non continuare a lottare o per non chiamare per nome le cose.
La violenza è violenza.
La violenza resta violenza, indipendentemente dalle giustificazioni che si tentano di dare. Domenica 29 aprile 2012 è una giornata, che molti, in questo paese dovrebbero ricordare come una data in cui si è toccato il fondo. Dovremmo riflettere tutti: genitori, educatori, amministratori, la Chiesa, e tutte quelle associazioni sociali culturali e sportive che in nome dei giovani fanno finta di non vedere il vuoto che viene avanti nella nostra società.
E’ vergognoso, costruire, premeditare attacchi personali e di gruppo come si è assistito domenica nella nostra comunità. Colpire, distruggere per vendetta del torto subito, in campo e fuori campo, vuol dire che molti sono fuori di testa.
Ragazzi, sportivi, giovani e adulti, diamoci una regolata, pena, che il nostro paese diventi un deserto molto più di quanto non lo è già.
Vi chiedo un’inversione di marcia, un salto di qualità per costruire insieme. La nostra storia, la nostra gente, i nostri partigiani che abbiamo ricordato qualche giorno fa c’è l’hanno insegnato, loro ci sono riusciti.
Tiriamoci su le maniche della camicia e cominciamo a lavorare seriamente, mettiamo in campo tutte le risorse disponibili nel settore della cultura, nella musica, nello sport. Le famiglie riprendano il proprio ruolo educativo, affianchino i maestri, la scuola, le istituzioni diventino incontrabili, diventino un sostegno, un traino insieme a tutte le forze sociali e politiche per una rinascita civile, umana ed economica della nostra realtà.
Umanamente, non posso precludermi la possibilità di incontrare un diverso, sia esso giallo o rosso, oppure lo straniero o semplicemente un abitante di Marittima. Il popolo di Collepasso, il popolo del Salento , pur tra mille difficoltà ci sta provando ad essere un grande popolo all’altezza delle sfide che gli sono davanti.
Gli uomini non sono delle isole. La fine delle ideologie violente e dittatoriali pregne di sangue e di violenza ci ha insegnato tante cose, per questo non ci rimane di fare esperienza degli ideali di fraternità, di solidarietà e del bene comune che permettono di dare risposte alla vita e al desiderio di felicità che è proprio di ogni uomo e di ogni donna sulla faccia della terra.
Le controversie (politiche o sportive), proviamo a risolverle negli ambiti preposti delle organizzazioni che ci siamo dati e nelle forme che ci detta la civile convivenza e il diritto, piuttosto che dare in pasto agli istinti tutta la nostra rabbia.
Mai più nelle nostre case, nei luoghi delle nostre adunanze pubbliche e associative, sui nostri campi di gioco alberghi quella rabbia, quel rancore, quell’odio che scava fossi sul volto della nostra gente.
Questa la consegna della storia fatta ad ognuno di noi, questa è l’eredità che vogliamo affidare ai nostri figli.
Gino Mastria
Delegato alla Cultura
Collepasso, 1° Maggio 2012
carissimo Gino,
pare che nelle due ultime domeniche, in campi diversi, siano rimasti coinvolte squadre e giocatori diversi in diatribe che in qualche caso si è arrivati anche alle mani, in altre anche a danni delle strutture sportive. possibile che le cattive abitudine di certi tifosi di squadre nazionali siano arrivate anche qui da noi? se così fosse, tutti coloro che speravano di togliere i ragazzi dalle strade e coinvolgerli in competizioni sportive che avrebbero dovuto migliorare il loro carattere e la loro buona educazione civica, è solo pia illusione? se ne sai di più su quanto è successo, aspetto da te ulteriori informazioni utili per me e i frequentatori di questo sito. saluti gaetano
Trovo sconvolgente vedere come il Presidente di una delle squadre del Collepasso, nonchè consigliere di opposizione non stigmatizzi i comportamenti violenti che la società da lui rappresentata sta portando avanti.
Questo è deleterio per tutta la comunità. Vedere ragazzini che vanno fieri di tutto ciò è ancora più pericoloso e la colpa e di chi non dice BASTA a tutto questo.