La notte del fuoco
Il fuoco più grande del bacino del Mediterraneo illuminerà il Salento. Un falò alto 25 metri con diametro di 20 sarà acceso a Novoli. E’ la famosa
fòcara novolese, dove si mescolano radici pagane e cristiane, la devozione per Sant’Antonio Abate, originario dell’Egitto, culto di ispirazione bizantina, in un misto tra tradizione, storia antica quanto il mondo, ricette tipiche e spettacolo. La fòcara di Novoli è motivo determinante per esplorare un mondo: il tacco d’Italia e partecipare a questi particolari festeggiamenti. Da dicembre si è cominciata a costruire la gigantesca pira con 80mila fascine di tralci di vite, utilizzando tecniche secolari, tramandate di padre in figlio. Inoltre quest’anno
il comitato si è avvalso anche della collaborazione dell’architetto giapponese Nagasawa. La fòcara rappresenta un capitolo antico di storia della Puglia che ha visto attraversare il proprio territorio da greci, romani, goti, bizantini, longobardi, angioini e aragonesi subendo anche il dominio normanno e le incursioni turche. Tutti questi elementi sono riuniti nei vari centri storici dei paesini del Salento e anche al centro di Lecce che li rispecchia nelle sue forme attraverso il barocco. Il barocco salentino è ovunque: nelle chiese, nei santuari e nei palazzi antichi.
Ritornando alla fòcara, il 16 gennaio si avrà l’antico e coreografico rito mattutino della bardatura, catena umana che porta sul falò l’immagine del santo. Poi la benedizione. Verso sera l’accensione della fòcara con fuochi d’artificio.
A richiamo di remoti costumi intorno alla grande pira che durerà per tre giorni si ballerà e si gusteranno specialità tipiche enogastronomiche. Durante la serate si esibiranno vari gruppi etnici in un concerto internazionale il “Focara Friends”. In poche parole un’unione simbolica tra immagini, tradizione, cultura, cibo e musica.
Antonio Leo
Collepasso, 14/1/2014
Carissimo Antonio, con la fòcara in questione, come tutte le altre del resto, secondo me si celebra il ritorno della luce, quando appena si è superato il solstizio d’inverno e mi fa venire in mente anche il solito dio sole, il Sole Invitto di mitriana memoria. Secondo me tu hai trascurato questo aspetto nel tuo articolo che a mio parere andava richiamato, anche perchè, di fatto, è la vera origine delle fòcare. ciao gaetano