Se i lavoratori per denunciare i loro guai sono costretti a salire sui tetti, la TV di Stato, insieme alle private, per accumulare “risorse” tacciono sui lavoratori licenziati ed espongono invece quintali di culi e tette; gli imprenditori invece di misurarsi con le leggi del mercato, pagano escort e tangenti agli innumerevoli imbecilli, viscidi e libidinosi politicanti; Un terremoto con centinaia di morti sotto le macerie, fa sorridere gli imprenditori mentre immaginano quanti milioni ci guadagneranno con tutte quelle macerie; Nella nostra Puglia il Governo dell’unto e bisunto, ci vuole affibbiare la centrale nucleare e, contemporaneamente, privatizzare l’acqua; gli elettori (una buona parte di essi), invece di provare del giusto disprezzo e sputtanare questi indecorosi “onorevoli” e i loro “imprenditori-predatori”, ne restano invece affascinati fino al punto di invidiarli, quindi, ritorneranno a votarli. Questi ultimi sono i veri responsabili del degrado politico e morale della nostra democrazia, la quale, è scivolata a “regime da mignottocrazia-mafiosa” e, sul tutto, l’unto e bisunto dal signore, docet ! “Ahi serva Italia, di dolore ostello,/ nave sanza nocchiere in gran tempesta,/ non donna di provincie, ma bordello! ( Purg. Canto VI, 76-78)
Ma ahimè, circola un dannoso virus anche in parte nel centro-sinistra, il quale danneggia l’immagine di una politica alternativa a quella del centro destra. È la “sindrome da pentitismo”. Cioè: per dimostrare al mondo che sono cambiati e, tanto pentiti, attaccano ferocemente la classe lavoratrice che fino a ieri hanno difeso con le unghie e con i denti. Così, il mini ministro Brunetta, quello che definisce tutti i lavoratori fannulloni, incapaci, bamboccioni ecc, diventa un punto di riferimento per questi ex comunisti pentiti. Anche nella nostra piccola Collepasso, non manca chi sottolinea con il suo comportamento la pseudo-cultura brunettiana, Se questi denigratori dei lavoratori, insieme al mini-ministro Brunetta, avessero avuto modo di lavorare per mille euro al mese per qualche anno, siamo certi che avrebbero maturato un concetto più dignitoso dei lavoratori e del lavoro salariale più in generale. C’è da augurarsi quindi, che prima o poi questi comunisti pentiti, ora convertiti alle tesi brunettiane, siano costretti a lavorare una buona volta, così capiranno “la differenza tra comandare e lavorare”.
il circolo di Rif. Com. di Collepasso
Collepasso, 14/2/2010
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